Il principio MECE è un acronimo che sta per “Mutually Exclusive, Collectively Exhaustive”.

Il principio MECE è utile in situazioni in cui è necessario suddividere un insieme di elementi in categorie distinte ed esaustive. E’ particolarmente utile in ambito di problem solving, analisi dei dati, pianificazione e organizzazione.


In questo post ho scritto una sintesi delle note essenziali sul “principio MECE”, insieme a consigli pratici e risorse per aiutarvi a iniziare.

🔍 Se volete leggere la versione concisa di questo post, leggete il testo scritto in grassetto.

Questo post fa parte di una serie dedicata ai concetti essenziali della gestione prodotto. Dalla strategia di prodotto allo sviluppo della roadmap, dalle ricerche di mercato alla progettazione dell’esperienza utente, questa serie mira a fornire una comprensione completa dei principi e delle pratiche di maggiore importanza che ogni product manager dovrebbe conoscere.


Come funziona in pratica?

In pratica, significa che i gruppi o le categorie create utilizzando questo principio sono mutuamente esclusivi (cioè non si sovrappongono) e insieme esauriscono tutte le possibili opzioni (cioè non ci sono opzioni mancanti). Questo principio viene spesso utilizzato nell’analisi e nella risoluzione dei problemi per organizzare informazioni e idee in modo chiaro ed efficiente.

Esempio: Un gruppo di clienti raggruppati per età

Il principio MECE (Mutually Exclusive and Collectively Exhaustive) può essere utilizzato per raggruppare un gruppo di clienti in base alla loro età. Per esempio:

  • Mutually Exclusive (esclusività reciproca): i clienti possono essere divisi in tre categorie: giovani (età inferiore ai 30 anni), adulti (età compresa tra i 30 e i 60 anni) e anziani (età superiore ai 60 anni).
  • Collectively Exhaustive (complessivamente esaustivo): tutti i clienti devono essere inclusi in una delle tre categorie stabilite.

Questo raggruppamento permette di analizzare i dati dei clienti in modo più preciso e di creare strategie di marketing mirate per ogni categoria di età. Ad esempio, i giovani potrebbero essere interessati a prodotti tecnologici di ultima generazione, mentre gli anziani potrebbero essere interessati a prodotti per la salute e il benessere.

Campi d’uso

Il principio MECE è particolarmente utile in ambito di problem solving, analisi dei dati, pianificazione e organizzazione.

In particolare, alcune situazioni in cui conviene utilizzare il principio MECE sono:

  • Analisi dei dati: per suddividere un insieme di dati in categorie distinte e complete, in modo da poter analizzare i dati in modo più preciso e mirato
  • Pianificazione e organizzazione: per suddividere un progetto o un’attività in fasi distinte e complete, in modo da poter gestire e monitorare il progresso del progetto in modo più efficiente.
  • Problem solving: per suddividere un problema in sottoproblemi distinti e completi, in modo da poter risolvere ogni sottoproblema in modo autonomo e poi combinare le soluzioni per risolvere il problema principale.

In generale il principio MECE è utile quando si vuole evitare l’effetto di overlap o di omissione nella suddivisione delle categorie.

Risorse utili su principio MECE

Il principio MECE è particolarmente noto nell’ambito della consulenza direzionale. McKinsey e BCG forniscono entrambe documentazione molto ben scritta a riguardo.

Ecco tre ottime letture a riguardo:

  • The McKinsey Mind: Understanding and Implementing the Problem-Solving Tools and Management Techniques of the World’s Top Strategic Consulting Firm” di Ethan Rasiel e Paul Friga.Questo libro offre una descrizione dettagliata dei metodi utilizzati dalla società McKinsey & Company per risolvere i problemi e spiega come utilizzare il principio MECE per organizzare le informazioni e identificare le opportunità.
  • MECE: The Principle of Inclusion” di Michael Porter. Questo articolo di Michael Porter, uno dei più famosi esperti di strategia aziendale, spiega come utilizzare il principio MECE per organizzare le informazioni in modo da identificare le opportunità di business più importanti.
  • Think Smarter: Critical Thinking to Improve Problem-Solving and Decision-Making Skills” di Michael Kallet. Questo libro fornisce una panoramica generale delle tecniche di pensiero critico.

Altre metodologie interessanti per la gestione prodotto

  1. Il principio di Pareto (80/20): la maggior parte dei risultati proviene da una minoranza degli sforzi o delle risorse impiegate. L’80% dei risultati proviene dal 20% degli sforzi o delle risorse impiegate.
  2. KISS (Keep it simple, stupid): ovvero mantenere la semplicità nella progettazione e nella gestione del prodotto.
  3. MVP (Minimum viable product): ovvero sviluppare il prodotto minimo necessario per soddisfare le esigenze dei clienti e testarlo sul mercato.
  4. Job-to-be-done: comprendere il “lavoro” che il cliente vuole svolgere utilizzando il prodotto.
  5. Lean Startup: sviluppare il prodotto attraverso un processo di apprendimento continuo e cicli di feedback dal mercato.
  6. Design Thinking: progettare il prodotto attraverso un processo che mette al centro le esigenze dell’utente.

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