Le Fabbriche dei Like

I social network sono sempre più diffusi e gli account social presenti nel mondo sono miliardi: sapevate che esistono più account Facebook attivi che persone vive nel mondo?

Cibo, moda, musica, film, intrattenimento: tutte i settori di mercato si sono gradualmente adeguati alle logiche dei social network e alle persone più importanti al loro interno, gli influencer. Tutti sappiamo chi sono gli influencer – persone particolarmente seguite su un’app e che risultano molto influenti dentro al mercato di riferimento. Più follower un individuo possiede, più interazioni ricava, più ingaggi ottiene, più soldi guadagna.

Dietro questo meccanismo apparentemente semplice si cela un fenomeno ignoto ai più: le “fabbriche dei like”. Le “Farm dei Like” sono diventate una presenza sempre più diffusa nel panorama dei social media, rappresentando una tendenza emergente, ma controversa. Queste organizzazioni, anche note come “fornitori di interazioni social”, offrono un servizio peculiare: la vendita di “like” e di altre tipi di interazioni sui social media, come i commenti e le condivisioni, in cambio di denaro.

Cos’è una Farm dei Like?

Una “Like Farm”, o “Farm dei Like”, è un’organizzazione che genera e vende artificialmente interazioni sui social media, come “like”, commenti e condivisioni, utilizzando account falsi o “bot”. Queste interazioni artificiali sono usate per aumentare la visibilità o la percezione di popolarità di una particolare pagina, profilo o post sui social media. Tuttavia, poiché le interazioni provengono da account falsi e non da utenti reali, queste attività possono distorcere la vera misura dell’engagement e minare la fiducia nelle piattaforme di social media.

Come funzionano le fabbriche dei like?

Le “fabbriche dei like” o “like farm” funzionano sfruttando account falsi o “bot” su diverse piattaforme di social media. Ecco una spiegazione passo-passo di come funzionano tecnicamente:

Creazione di account falsi

Le fabbriche dei like iniziano creando migliaia o addirittura milioni di account falsi sui social media. Questo può essere fatto manualmente, ma spesso si utilizzano script o bot automatizzati per creare account su larga scala. Questi account possono avere nomi e foto di profilo generati casualmente e post di riempimento per sembrare più autentici.

Automazione delle interazioni

Questi account falsi per interagire con i contenuti specifici per i quali sono stati pagati. Questo può includere azioni come mettere “mi piace” a un post, condividere un link, commentare o seguire un account. Queste interazioni sono automatizzate usando script o bot.

Distribuzione delle interazioni

Per evitare il rilevamento, le fabbriche dei like distribuiscono spesso le interazioni nel tempo e variano le azioni che i loro bot eseguono. Ad esempio, invece di far mettere “mi piace” a tutti i bot a un post nello stesso momento, le interazioni possono essere distribuite su diverse ore o giorni.

Evasione dei controlli di sicurezza

Le piattaforme di social media utilizzano una serie di controlli per identificare e bloccare i bot, come il rilevamento di pattern di attività sospetti, la verifica CAPTCHA e il controllo dell’indirizzo IP. Le fabbriche dei like devono quindi utilizzare tecniche sofisticate per eludere questi controlli, come il cambiamento frequente degli indirizzi IP, l’imitazione del comportamento umano o l’uso di tecniche di riconoscimento dei CAPTCHA.

Vendita di interazioni

Infine, queste interazioni vengono vendute. Questo può essere fatto su base per interazione (ad esempio, un certo prezzo per “like”) o attraverso pacchetti (ad esempio, 1000 “like” per un prezzo fisso).

Fabbriche clandestine di like

Il video illustra una realtà finora sconosciuta ai più: le fabbriche dei like sono attività clandestine (anche note con il termine “click farm”) e la loro diffusione nel mondo è difficile da stimare. Si tratta di luoghi perlopiù anonimi all’interno dei quali vengono creati e venduti profili social falsi, condivisioni e visualizzazioni. Non solo: il “prodotto” più ambito sono i “like”, ovvero i “mi piace”.

I “like” sono, inizialmente ideati da Facebook, si sono presto diffusi su Instagram, TikTok e tutte le altre piattaforme social. Un “like” da solo ha poco valore: è sommando milioni e milioni di like che si può generare un business. E le Clik Farm l’hanno capito: in questi luoghi, centinaia e centinaia di cellulari sono connessi a internet e decine di operatori, spesso giovanissimi, lavorano full time per alimentare questo mercato.

Il confine tra legalità e reato è sottile in questi casi: la creazione di un profilo falso non rispetta infatti le norme e le policy di tutti i social newtork. Sembra che le Clik Farm siano particolarmente diffuse in Sud Asia, in Europa dell’Est, in India e in Cina.

I clienti alla ricerca di popolarità facile non sono solamente influencer e VIP: le richieste di like e visualizzazioni in piattaforme di social media riguardano anche aziende, politici e persino enti pubblici. Alcune ricerche hanno stimato che oltre il 60% dei follower su Twitter dell’ex presidente USA Donald Trump potrebbe essere composto da account falsi.

L’impatto delle farm dei like sui Social Media?

L’impatto delle farm dei like è notevole e ha molteplici aspetti.

In primo luogo, distorcono la percezione dell’engagement. Queste organizzazioni possono creare l’illusione di popolarità o di consenso attorno a una persona, a un brand o a un’idea, alterando così l’immagine pubblica del soggetto in questione.

In secondo luogo, questi servizi possono contribuire a minare la fiducia negli stessi social media. Gli utenti possono infatti iniziare a dubitare dell’autenticità dell’interazione e del coinvolgimento su questi piattaforme, compromettendo l’integrità e la credibilità del medium stesso.

Esempi pratici

L’Influencer che non è così influente

Immagina un influencer emergente sui social media, chiamiamo questo personaggio “Mario”. Mario vuole aumentare rapidamente la sua popolarità, così decide di acquistare “like” da una farm dei like. Dopo aver pagato una certa somma, Mario vede i “like” sui suoi post salire alle stelle. A prima vista, sembra che Mario stia diventando un influencer di successo, con migliaia di persone che sembrano apprezzare i suoi contenuti.

Ma c’è un problema. Nonostante l’alto numero di “like”, l’engagement reale (commenti autentici, condivisioni, ecc.) è sorprendentemente basso. Questo perché la maggior parte dei “like” proviene da bot, non da veri fan. Alla fine, la strategia di Mario potrebbe ritorcersi contro di lui, danneggiando la sua reputazione e credibilità.

La piccola impresa e le recensioni false

Prendiamo una piccola impresa locale, ad esempio un ristorante, che ha appena aperto i battenti. Il proprietario, desideroso di attrarre più clienti, decide di acquistare recensioni positive da una farm dei like. Questo porta a un numero impressionante di recensioni stellari sul suo profilo di social media, attirando nuovi clienti.

Tuttavia, alcuni clienti reali iniziano a notare che l’esperienza promessa dalle recensioni non corrisponde alla realtà. Cominciano a sorgere dubbi sull’autenticità delle recensioni e, una volta scoperto l’inganno, la reputazione del ristorante ne risente.

Questi due esempi mostrano come le farm dei like possano sembrare una soluzione attraente per aumentare rapidamente la popolarità online, ma a lungo termine possono creare più problemi di quanti ne risolvano, danneggiando la reputazione e la fiducia degli utenti.

In generale, le farm dei like rappresentano un problema importante sui social media, poiché possono danneggiare sia le piattaforme che gli utenti stessi. Per evitare di incorrere in queste problematiche, è importante seguire le regole dei social media e utilizzare solo metodi leciti per aumentare la visibilità delle pagine o dei profili.

Lascia un commento